sabato 30 giugno 2012

La Ruota dell'Anno

Se non c'è un post sulla Ruota dell'Anno, non è un blog pagano :)

Tradotto e adattato da http://en.wikipedia.org/wiki/Wheel_of_the_year






Con l'espressione Ruota dell'Anno si indica il ciclo annuale delle stagioni della Madre Terra. Si compone di otto festival, distanziati ad intervalli regolari durante tutto l'anno. Queste feste sono indicati come Sabbat. Mentre il termine Sabbat è di origine ebraica (mutuato dai processi per stregoneria), i festival hanno origini storiche celtiche e germaniche pre-cristiane, e il concetto di Ruota dell'Anno, come si è sviluppato nel neopaganesimo, è in realtà una combinazione di due diversi modi e tempi di celebrazione, quello celtico e quello germanico. Fusi insieme, i due cicli formarono l'attuale ciclo moderno di otto feste, anche se di solito vengono definiti come risalenti all'età del Bronzo. Queste feste sono state poi utilizzate dalle culture europee, sia in epoca pre- che post cristiana, come marcatori temporali tradizionali per la comunità per celebrare le fasi del lavoro agricolo.

In molte forme di neopaganesimo, i processi naturali sono visti come un ciclo continuo. Lo scorrere del tempo è inoltre visto come ciclico, ed è rappresentato da un cerchio o, appunto, da una ruota. La progressione di nascita, vita, declino e morte, visibile nel ciclo della vita vegetale e animale, trova un parallelo nella progressione delle stagioni. Questo ciclo è visto come causa e conseguenza della vita, morte e rinascita del Dio e della fertilità della Dea.

Mentre la maggior parte dei nomi delle feste derivano da festività storicamente accertate in ambito celtico e germanico, non è così per Litha e Mabon, il Solstizio d'Estate e l'Equinozio d'Autunno, i cui nomi sono diventati popolari in Nord America per essere stati introdotti da Aidan Kelly nel 1970.

Otto festival
 
Quattro delle feste, i due solstizi e i due equinozi, sono conosciuti come "quarter days" o "sabbat minori". Gli altri quattro che cadono a metà strada tra questi sono comunemente noti come "cross-quarter days", "feste del fuoco", o "sabbat maggiori". A volte, le definizioni cambiano, denominando come più importanti Solstizi ed Equinozi.

Gli otto grandi festival sono distinti dagli Esbat, che sono altri incontri, feste o riunioni di solito più piccoli, tenuti per onorare la luna piena.

Nome Evento Data Posizione del Sole
Emisf. Nord Emisf. Sud Nord Sud
Samhain
31 ottobre/2 novembre 30 aprile/1 maggio ≈ 15° Scorpio ≈ 15° Taurus
Yule Solstizio d'Inverno 19/23 dicembre 19/23 giugno 0° Capricorn 0° Cancer
Imbolc / Candelora
1/2 febbraio 1/2 agosto ≈ 15° Aquarius ≈ 15° Leo
Ostara Equinozio di Primavera 19/23 marzo 19/23 settembre 0° Aries 0° Libra
Beltane
30 aprile/1 maggio
31 ottobre/2 novembre ≈ 15° Taurus ≈ 15° Scorpio
Litha Solstizio d'Estate 19/23 giugno 19/23 dicembre 0° Cancer 0° Capricorn
Lammas / Lughnasadh
1/2 agosto 1/2 febbraio ≈ 15° Leo ≈ 15° Aquarius
Mabon Equinozio d'Autunno 19/23 settembre 20/23 marzo 0° Libra 0° Aries

Date


Le date per le feste variano ampiamente, a seconda della corrente neopagana seguita. Quindi non esiste una tradizione definitiva o universale osservato da tutti i gruppi. La maggior parte dei pagani sono flessibili sulle date, di solito si tende a celebrare durante il fine settimana più vicino per comodità.


Gli emisferi


Siccome la Ruota è impostata sulle date dell'emisfero settentrionale, i pagani dell'emisfero meridionale spostano queste date di sei mesi in modo da coincidere con le stagioni che si verificano nei loro climi locali, che si oppongono e complementano a quelle dell'emisfero Nord. Per esempio, un Wiccan dal sud dell'Australia può celebrare Beltane il 1 ° novembre, quando un druido britannico celebra Samhain. La questione del come debbano celebrare i neopagani che abitano in vicinanza dell'equatore è ancora avvolta nel mistero.

Origini

La maggior parte delle feste della Ruota dell'Anno prende il nome celtico e germanico delle relative feste religiose pagane, e prendono in gran parte forma e significato dalle osservanze tradizionali di queste feste. Lo storico Ronald Hutton attribuisce questo all'influenza della fine del romanticismo secolo, così come gli elementi eclettici introdotti dalla Wicca. Le analogie tra queste feste in genere si fermano ai nomi condivisi. Hutton ha descritto la fusione dei festival culturalmente diversi in un unico set di otto come una forma di universalismo corroborata da nessuna continuità storica.


Non sembra esserci alcuna prova che gli otto festival descritti in questo articolo sono stati formalmente osservati come un unicuum, e la ruota completa era sconosciuta sotto tale denominazione, prima della moderna Wicca, per quanto ne sappiamo. Nelle prime forme di Wicca solo i Sabbat maggiori erano osservati. Tuttavia, nel 1958 i membri della Congrega Bricket Wood hanno aggiunto i solstizi e gli equinozi al loro calendario originale, dato che desideravano celebrazioni più frequenti. Il loro sommo sacerdote, Gerald Gardner, non era presente al momento, ma al suo ritorno non si oppose al suo ritorno, dato che erano ora più in linea con il neo-druidismo di Ross Nichols, un amico di Gardner e fondatore dell'Ordine dei Bardi, Ovati e Druidi.


"Non si conoscono popoli pre-cristiani che abbiano celebrato tutte le otto feste del calendario adottato dalla Wicca. Accanto ai cross-quarter days gaelici ci sono adesso le festività anglo-sassoni del Solstizio d'Inverno e dell'Equinozio d'Autunno, le celebrazioni del Solstizio d'Estate così importanti per il folklore, e l'Equinozio di Primavera, che non sembra essere stato commemorato da nessun popolo antico nordeuropeo."

Ronald Hutton, The Pagan Religions of the Ancient British Isles. Oxford, Blackwell. pp. 337–341.

Detto questo, gli eventi astronomici che marcano i confini delle stagioni sono facilmente osservabili nel mondo naturale. Pertanto è probabile che siano stati notati dalle società che hanno vissuto a stretto contatto con la natura. Così, ci sono somiglianze, talvolta notevoli, tra le date (se non tra i rituali) di celebrazioni indipendenti in religioni pagane.

Teologia correlata



Tra i neopagani, il sistema mitopoietico correlato alla Ruota dell'Anno è quello relativo alla dualità Dio/Dea. In questo ciclo, il Dio nasce dalla Dea a Yule, cresce in potenza ad Ostara (insieme con la Dea che è ora tornata al suo aspetto di Fanciulla), corteggia e feconda la Dea a Beltane, decresce al potere a Lammas, passa negli inferi a Samhain, poi è ancora una volta nasce da sua madre nell'aspetto di Anziana a Yule. La Dea, a sua volta, invecchia e ringiovanisce all'infinito con le stagioni, viene corteggiata e dà alla luce il Dio. Le versioni di questo mito variano da congrega a congrega, spostando la nascita, concepimento, o la morte del Dio a feste diverse.


Un altro racconto che associa il Dio al Sole è quello del Re Agrifoglio e del Re Quercia, che rappresentano rispettivamente l'inverno e l'estate. Queste due figure duellano tra di loro all'infinito regolando le stagioni. Al Solstizio d'Estate il Re Quercia è al culmine della sua forza, mentre il Re Agrifoglio è al suo punto più debole. Il Re Agrifoglio comincia a riconquistare il suo potere, all'equinozio d'autunno sono in parità, infine il Re Agrifoglio sconfigge il Re Quercia a Yule. Nei mesi successivi, come aumenta la luce solare, il Re Quercia riacquista lentamente la sua forza, durante l'Equinozio di Primavera comincia a trionfare fino a che, ancora una volta, sconfigge il Re Agrifoglio.

domenica 24 giugno 2012

24 giugno - Fors Fortuna


Oggi era giorno di grande festa per tutta la gente e in particolare i più poveri, che si recavano a invocare la Dea e festeggiavano fino a notte fonda, bevendo e divertendosi su barche inghirlandate di fiori.
Secondo Lanternari questi festeggiamenti sarebbero poi passati alla festa cristiana di S.Giovanni, per il patrocinio che la Dea poteva avere sui culti agrari e sul clima. [1]

La dea Fortuna è una delle divinità più antiche di Roma, il cui culto fu particolarmente favorito da Servio Tullio che dedicò alla Dea ben 26 templi nella capitale, ciasuno dedicato ad una sua sfaccettatura.
Non va confusa con Sors, la Sorte, in quanto Fortuna ha sempre un carattere positivo (anche se a volte doppio).

Nonostante come tutte le divinità pagane ne sia stato bandito il culto con l'editto di Teodosio, la sua figura rimane come simbolo della sorte, buona o cattiva, e come essa compare spesso nell'iconografia medievale; in questo caso spesso è in bilico su una palla o sulla sua ruota, a significare la fugacità del suo favore, oppure con un lungo ciuffo di capelli sulla fronte e la nuca rasata: perchè, una volta lasciata andare, è difficile prenderla...
Altri suoi attributi la cornucopia dell'abbondanza e il timone con cui guida la vita dell'uomo.

[1] Vittorio Lanternari, La politica culturale della Chiesa nelle campagne, in 'Societa', XI, 1955, p. 65

Links di approfondimento:


Preghiera a Fortuna

Signora della ruota roteante

Che a volte gira verso l'alto, a volte verso il basso;
Signora che ferisce e cura,
Signora che ci fa girare e girare,
Ti imploriamo, Fortuna, per avere abbondanza,
E ti preghiamo di non metterci da parte,
Perchè nessuno può sottrarsi alla tua magnifica ruota,
Ma tutti noi dobbiamo aggrapparci mentre gira.
Creatrice di possibilità e opportunità,
La tradizione dice che dietro sei calva,
Che prenderti per il ciuffo sulla fronte
E sperare nella tua gentilezza
E' il solo modo per vincere il tuo favore,
Ma sappiamo che non è vero.
Tu non sei mai gentile, ma molte volte
Dai ai lenti una seconda possibilità.
Signora delle tempeste, padrona dei marinai,
Tormento delle navi nelle onde,
Tu arrivi a noi come la risata di una zingara
E ci lasci silenziosamente.
Noi giriamo la ruota, tiriamo i dadi,
Curiamo le nostre ferite,
Ti chiamiamo una volta, ti imploriamo due volte,
Onoriamo te e i tuoi doni ambivalenti.


Liberamente tradotta dal breviario dell'Ordine delle Horae
Translated with permission. 

4 Hekatombaion - Aphrodisia



Il 4 giorno di Hekatombaion era la grande festa, celebrata in tutta la Grecia, di Afrodite Pandemos, "Protettrice di tutte le genti", e della sua paredra Peitho, la personificazione della persuasione.
Il tempio veniva purificato e consacrato con sangue di colomba (animale sacro alla dea) e le immagini sacre venivano portate fino al mare, luogo di nascita della dea, dove venivano sottoposte ad un lavacro rituale.
Al rito si accompagnavano gare atletiche.

Links di approfondimento:
Preghiera ad Afrodite

Io sono nato dall'amore del Corpo,
Imparo a dare e ricevere l'amore del Cuore,
Apro me stesso all'amore dell'Anima.

Canto per Afrodite Anadyomene, Colei che Sorge dalle Onde!
Possa l'amore spargersi su di noi come spuma sul mare.
Canto per Afrodite Antheia, Signora dei Fiori!
Possa l'amore fiorire in noi come le rose che si aprono all'alba.
Canto per Afrodite Camaetho, dai Capelli Lucenti!
Possa l'amore durare negli anni e nel declino.
Canto per Afrodite Doritis, Dispensatrice di Doni!
Signora, possa tu essere generosa con noi...
Canto per Afrodite Euploia, Signora dei Bei Viaggi!
Possa il nostro cammino verso l'Amore essere libero da spine.
Canto per Afrodite Genitrix, Matrona del Letto Nuziale!
Fa' che non dimentichiamo che la vita viene dall'amore.
Canto per Afrodite Philomedes, Protettrice dei Genitali!
Fa' che non dimentichiamo che la nostra carne è sacra.
Canto per Afrodite Porneia, Madre delle Prostitute!
Fa' che aiutiamo sempre chi non si dona per amore.
Canto per afrodite Urania, Colei che Guarda in Alto!
Fa' che siamo sempre aperti all'amore, in noi e negli altri.
Canto per Afrodite Parakouptosa, Colei che Guarda negli Occhi!
Fa' che impariamo ad apprezzare anche ciò che è irraggiungibile.
Canto per Afrodite Androphonos, Sterminatrice di Uomini!
Fa' che non anneghiamo nel potere torrenziale del Tuo dono.
Canto per Afrodite Epitymbidia, Signora della Tomba!
Fa' che ricordiamo la lezione di chi è morto per amore!
Canto per Afrodite Pandemos, Dea di Tutte le Genti!
Fa' che ricordiamo che l'Amore non giudica, da qualunque parte arrivi.

Liberamente tradotta dal breviario dell'Ordine delle Horae
Translated with permission. 

mercoledì 20 giugno 2012

20 giugno - Festa di Anubi

Anubi è, nella mitologia egizia, il dio sciacallo preposto all'imbasamazione.

Il legame tra sciacallo e morte è facilmente visibile nel deserto, dove questi animali si cibano delle carcasse degli altri animali.
Originariamente il dio primario dell'Oltretomba, nel Medio Regno il suo culto venne soppiantato da quello di Osiride, relegandolo così al ruolo di divinità patrona degli imbalsamatori e protettrice delle necropoli. In questo nuova veste aiuta Iside e Nefti a imbalsamare Osiride creando così la prima mummia.
Inoltre, uno dei suoi ruoli più importanti è quello di porre il cuore dei defunti sulla bilancia delle anime; se il cuore del defunto è appesantito dai peccati, l'anima verrà data in pasto al mostro Ammit.

La sua parentela all'interno del pantheon egizio è incerta. I testi delle piramidi lo accreditano come figlio di Hesat (Hator nella forma della Vacca Divina), o della dea gatta Bast; il padre sarebbe stato Ra o Seth. Secondo Plutarco è figlio illegittimo di Nefti e Osiride, ed Iside lo avrebbe allevato come proprio.
Sua moglie è la dea Anput, anch'essa dalle forme di sciacallo, e sua figlia è la dea serpente Kebehut, deificazione delle acque purificatrici usate durante l'imbalsamazione.

Il suo più importante santuario si trovava ad Hardai (la greca Cynopolis, letteralmente città dei cani), ma con l'espandersi dei culti egizi nell'Impero romano anche il suo culto si estese, sopratutto collegandosi ai misteri di Iside e al dio greco Ermes; il ruolo di psicopompo delle due divinità le portò ad una fusione sincretistica creando così la figura di Ermanubi.

Links di approfondimento:

  • Anubi su Wikipedia.it
  • Anubis su Philae.nu (in inglese)

Preghiera ad Anubi
Signore delle sabbie del deserto

Tu che guidi le anime perdute nelle vastità infinite
Verso una terra sempre verdeggiante
Che porti i morti
Al loro giudizio finale
Nelle mani di Maat
Colei che scopre
Tutte le cose nascoste
E a cui niente
Può essere celato per sempre,
Guidaci al sicuro
Fuori dalle tenebre
Del nostro cercare alla cieca.


Liberamente tradotta dal breviario dell'Ordine delle Horae
Translated with permission. 

sabato 16 giugno 2012

Notizie: Irlanda - Danneggiata la Pietra del Destino

Fonte: IrishCentral

Vandalizzata lo scorso week-end la Lia Fáil, la Pietra del Destino, uno dei più antichi e sacri monumenti storici irlandesi. La pietra è stata colpita con un grosso oggetto contundente, probabilmente un martello, in ben undici punti diversi, in tutte e quattro le sue facce. Non è stato possibile neanche recuperare i frammenti staccati dai colpi, in quanto sono stati portati via da chi ha compiuto l'atto vandalico.

Secondo la leggenda, la pietra farebbe parte dei quattro mitici tesori portati in Irlanda dal mitico popolo dei Tuatha Dè Danann. Avrebbe un ruolo centrale nelle cerimonie di incoronazione degli Alti Re d'Irlanda, in quanto, se il legittimo re vi appoggiasse i piedi sopra, la pietra ruggirebbe di gioia.

Gli studi archeologici reputano il sito sacro da ben 3500 anni.

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Dopo la Sacra Spina di Glastonbury, un altro simbolo profanato.
E' vero che i siti all'aria aperta sono i più difficili da proteggere - la Collina di Tara è uno dei siti turistici più visitati in Irlanda - ma con le nuove tecnologie si dovrebbe riuscire a sorvegliare l'accesso a questi luoghi durante le ore di chiusura al pubblico, anche senza le misure costrittive adottate in siti come Stonehenge e giustificati da decenni di vandalismo incurante.

Però...nonostante continui a interrogarmi sulle ragioni di un gesto simile, non mi do' pace. Non saprei neanche cosa sia peggio: il vandalismo senza alcuna ragione, per noia o per fare scena, o quello consapevole, per danneggiare apposta un simbolo (politico? religioso? storico?). In entrambi i casi, è un altro passo in avanti che l'umanità fa per dimenticare sè stessa.

venerdì 15 giugno 2012

Dee dell'Acqua - Thalassa


Thalassa (Θάλασσα) è una dea della mitologia greca, la divinità delle acque primordiali, figlia di Etere ed Emera. Con il suo nome veniva indicato il mar Mediterraneo.
Suo marito era Ponto, il flutto, e assieme a lui governava sui mari; con lui generò i Telchini (daimon marini che parteciparono all'educazione di Poseidone), Alia (una ninfa, sposa meno conosciuta di Poseidone) e tutte le creature marine.
Spesso la coppia era confusa con altre, come Anfitrite e Poseidone, oppure Teti e Oceano.
La sua controparte romana era Salacia

La sua potenza come divinità della fecondità del mare appare quando il membro virile di Urano evirato dai figli cade nei flutti, generando Afrodite: in questa veste, Thalassa era raffigurata nel tempio di Poseidone a Corinto con Afrodite bambina in braccio.(1)

Non era raffigurata spesso in forma umana, in quanto il mare stesso era la sua incarnazione; nei mosaici romani appare di solito come una donna che emerge dalle acque dalla vita in su, coronata da chele di granchio, vestita di alghe e con un remo in mano.

Fonti:
theoi.com
wikipedia.en
The Oxford Dictionary of Classical Myth and Religion, USA, Oxford University Press, 2003


Immagine: Thalassa, mosaico romano del V. sec. d.C, Antiochia, Museo di Antiochia

Note:
(1) Pausania, Guida della Grecia, 2. 1. 7 - 9

lunedì 11 giugno 2012

11 giugno: Matralia


Mater Matuta era per i romani la dea dell'alba e del mattino, ma non solo: era preposta alla maturazione, al portare a compimento e alla forma finita, di uomini, eventi e messi.

Questa festa ha origine quando Marco Furio Camillo, dovendo assediare la città etrusca di Veio, fece voto alla Mater Matuta di restaurare il suo tempio e di svolgere grandi feste in suo onore.
Il tempio era situato nel Foro Boario, consacrato da Romolo (dunque uno dei più antichi culti accertati nella Roma arcaica) nell'attuale area di Sant'Omobono.

Al suo culto potevano accedere solo le donne sposate una sola volta (univirae). Durante la cerimonia dei Matralia le donne arrivavano al tempio con i figli, ma non portavano in braccio loro bensì i figli delle sorelle; poi una schiava prescelta veniva scacciata in malo modo dall'edificio; a quel punto tutte le zie materne dovevano abbracciare i nipoti.

Come rituale appare abbastanza strano se non conosciamo il ruolo fondamentale che la zia materna (matertera) aveva nella famiglia romana. La matertera fungeva infatti da "seconda madre", prendendo il posto della sorella quando questa veniva a mancare, come educatrice e garante dell'affetto dovuto ai figli dalla gens. La controparte negativa della matertera era la balia, la nutrice, quasi sempre una schiava, che nel rito rappresentava le paure della famiglia per il figlio, che poteva non essere cresciuto in maniera adatta in quanto affidato alle cure di un'estranea. Un po' come le attuali leggende metropolitane che spingono a non affidarsi troppo alle babysitter...

In questi rituali ci sono interessanti riferimenti alla greca Ino, sorella di Semele e quindi zia di Dionisio, sempre secondo Plutarco: le donne durante la processione verso il tempio portavano in braccio i figli dei fratelli e delle sorelle, come Ino che aveva deciso di allevare il figlio della sorella morta per la gelosia di Era. Trovatasi anche lei di fronte all'ira della dea, si era gettata in mare col piccolo ed era stata condotta sulle coste del Lazio, dove era stata ospitata da Carmenta che le aveva offerto una focaccia (liba tosta) come quelle che le donne portavano al tempio.

Bibliografia:
Cicerone, De natura Deorum, III,48
Tito Livio, Ab Urbe condita libri, V,14.
Plutarco, Quaestiones Romanae, 16.

Licia Ferro e Maria Monteleone, Miti Romani, Torino, Einaudi, 2010, p. 68 e 366

Link di approfondimento: