lunedì 29 aprile 2013

La Chiamata di una Sacerdotessa/Sacerdote della Dea

Il post è dedicato a Teresa...perchè la sorpresa di reincontrarsi dopo anni sotto il manto della Dea è un'emozione unica!


Domenica 21 aprile 2013 si è svolto a Vigonza (PD) il primo workshop italiano di Kathy Jones del Glastonbury Goddess Temple dedicato all'esperienza sacerdotale al servizio della Dea. Questo evento è stato organizzato dall'associazione Argiope e ospitato dagli amici de "Il Cerchio della Luna Piena".


Eravamo circa una trentina di donne da tutto il Nord e il Centro Italia, più qualche uomo coraggioso, tutti riuniti per ascoltare una storia fatta di esperienza e servizio: Kathy infatti è solo la punta dell'iceberg di moltissime donne e uomini che hanno trasformato le loro idee e ispirazioni in eventi concreti e sopratutto continuativi. Non solo il Goddess Temple, aperto nel 2002, ma anche la Goddess Conference, una settimana di seminari e rituali a Lammas giunta ormai alla 18° edizione...un dato, questo, che sorprende molto qui in Italia dove le iniziative del genere purtroppo hanno vita breve.

Kathy e l'Altare della Ruota.
Foto di Sarah Perini

Cosa vuol dire ricevere "la" Chiamata? Cosa vuol dire "servire la Dea"?
Durante questa fantastica giornata abbiamo scoperto diversi percorsi per comprendere come possiamo percepire la presenza della Dea nella nostra vita di tutti i giorni, scoprire i Suoi nomi e i Suoi volti.
Fulcro e risultato del lavoro di riscoperta compiuto da Kathy e dalle altre Sacerdotesse di Avalon è la Ruota di Brigit Ana, uno schema di corrispondenze tra le divinità, la Terra e le stagioni che viene usata come supporto per la preghiera, la meditazione e le attività rituali.

L'accettare il ruolo di Sacerdotesse, sopratutto per noi donne, non è semplicemente seguire un corso e firmare un diploma: è interiorizzare e diventare il cambiamento che vogliamo portare nel mondo, per fare in modo che le cose cambino alla radice: creare una cultura che alla propria base abbia la solidarietà, la compassione, la condivisione, il servizio, e non la conquista del potere, lo sfruttamento e la prevaricazione, che hanno portato alla rovina anche il bellissimo paese in cui viviamo.


Uno dei momenti più belli del seminario è stato quando abbiamo danzato e cantato intorno all'altare: non avendo avuto spesso l'occasione di partecipare a riti del genere, avrei continuato a ballare fino allo sfinimento!


L'altro momento emozionante è stata la meditazione guidata, per giungere dalla Signora, sentire le Sue parole e ricevere i Suoi doni. Non è un'esperienza facile da descrivere, ed è diversa per tutti: per me è stata un'emozione unica, e spero che tutti coloro che La stanno cercando possano vivere un giorno un momento simile.

Mi è piaciuto particolarmente il senso di comunione che ho provato con le altre persone: eravamo tutti lì per lo stesso scopo, mai così in tanti, tutti giunti alla Dea da percorsi ed esperienze diverse.
L'altro dato interessante è stata la puntualizzazione, da parte di Kathy, che il nostro lavorare con la Dea è un continuo cambiamento e una continua evoluzione: non esistono dogmi, non esistono regole prefissate, ma solo prove, errori ed esperienze. Una lezione che personalmente continuo a dimenticare...e che Lei, puntualmente, mi fa notare nei modi più strani.

Per questo evento bisogna ringraziare Anna Bordin, Sacerdotessa di Avalon italiana (mestrina!) che non solo ha organizzato tutto ma ha anche pazientemente tradotto per noi per quasi otto ore tutti gli insegnamenti di Kathy.

domenica 28 aprile 2013

28 aprile: Floralia


Colore: rosa
Elemento: Terra
Altare: su una tovaglia rosa mettere una brocca d'acqua, ciotole di terra, semi di fiori, incenso di fiori, una ciotola di legumi, e fiori freschi ovunque sia possibile.


Ave Flora, Signora Bellezza!

Non dobbiamo avere solo pane,
Solo lavoro, solo disciplina,
Ma dobbiamo avere anche bellezza nelle nostre vite,
Per non diventare mai come larve,
Misurando passo dopo passo le nostre vite grigie,
Senza guardarci mai intorno
E vedere la grande bellezza
Che gli Dei hanno fatto per noi.
Fa' che guardiamo i loro doni
E vedere nella loro bellezza
La misura del loro amore.
Ave Flora, che illumini i nostri occhi!

Lei porta i boccioli di primavera,
E ride tra i fiori,
Nel calore dell'estate i Suoi baci sono dolci,
Lei canta nei rami frondosi.
Lei taglia il grano e il frumento
Quando i frutti dell'autunno La circondano.
Le sue ossa invecchiano nel freddo dell'inverno,
E di un bianco manto si avvolge.

Liberamente tradotta dal breviario dell'Ordine delle Horae. 
Translated with permission.

domenica 21 aprile 2013

21 aprile: Parilia


Colore: sabbia
Elemento: Terra
Altare: su un altare color sabbia mettere una scarpa sinistra da uomo e una scarpa destra da donna, con un bastone da pastore in mezzo, e piccole figure di capre e pecore.

Ave, Custode delle Greggi,
Dea Dio dalla testa d'asino, tu che sei
Maschio e femmina,
Dio e contadino,
Patrono di chi si sporca le mani,
Amato da chi lavora, donne e uomini,
Tu che non fai favoritismi,
Trickster che ama gli scherzi,
Signore della terra tra i fiumi
Dove le tue greggi pascolano
E il sangue della gente scorre come l'acqua
Nella loro faida senza fine,
Vieni e mostraci la vita
Attraverso i tuoi scuri occhi d'asino!
Ave, Custode delle Greggi,
Signore Signora con sandali e bastone,
Tu ci mostri che le regole
Sono fatte per essere infrante,
Perché anche se il lavoro è importante,
Perché anche se siamo legati alla Terra
Non deve diventare insopportabile.
Vogliamo la tua allegria, asino divino!
Vogliamo il tuo raglio ridente a far eco
Oltre il deserto e attraverso i nostri cuori,
E a bilanciare lavoro e divertimento
Come un bimbo bilancia una cassetta di mele.
Ave, Custode delle Greggi!

Liberamente tradotta dal breviario dell'Ordine delle Horae
Translated with permission.



venerdì 12 aprile 2013

Focacce di Asherah


"I bambini raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le madri impastano la pasta con cui fare focacce per la dea del cielo" (Ger. 44-19)
Gli antichi non conoscevano le proprietà del lievito, ma scoprirono che la buccia della frutta, specialmente delle mele e dell'uva, faceva fermentare la pasta.

2 dl circa di succo d'uva, possibilmente fatto in casa.
550 gr. farina di frumento 0
1/4 di cucchiaino di sale
1 cucchiaio d'olio d'oliva

Fai il succo d'uva frullando l'uva con la buccia, avendo cura di togliere i semi.
Mescola la farina, il sale e l'olio. Aggiungi piano il succo d'uva e impasta bene, fino a ottenere una pasta morbida. Copri con un panno e lascia riposare almeno 2 ore in luogo caldo.

Impasta di nuovo e dividi la pasta in parti della grandezza di un pugno.

Appiattiscile leggermente, come un classico pane pita. Cuocile su una piastra antiaderente ben calda leggermente unta d'olio, girandola finché i due lati non sono uniformemente dorati.

Dal libro di Miriam Feinberg Vamosh, Food At The Time Of The Bible: From Adam's Apple To The Last Supper, Nashville, edizioni Abingdon , 2004. ISBN: 0687340349 

venerdì 5 aprile 2013

2. Preghiere sui pasti

Questo post fa parte di una serie sulla devozione quotidiana.


“Eat and carouse with Bacchus, or munch dry bread with Jesus, but don’t sit downwithout one of the gods.” D.H. Lawrence
Nutrirsi fa parte delle azioni principali e necessarie dell'essere vivi. Mentre una volta eravamo direttamente partecipi della produzione del nostro cibo - con l'agricoltura e l'allevamento - oggi ci basta andare al supermercato; però mi sembra importante ringraziare non solo per il fatto di avere del cibo sulla tavola (che al giorno d'oggi è una cosa da non dare per scontata, con questi chiari di luna!) ma anche del fatto che nutrendoci partecipiamo del ciclo vita/morte/vita.

Non entro nel discorso vegani vs carnivori, ma un dato di fatto c'è: se vogliamo mangiare, un organismo vivente deve smettere di vivere, che si tratti di un broccolo o di un manzo. Ciò che è stato vivente entra dentro di noi per nutrirci e creare nuova vita. Per citare The Lion King,
"Quando moriamo, i nostri corpi diventano erba, e le antilopi mangiano l'erba, e così siamo tutti collegati nel grande Cerchio della Vita."
Semplicistico? Non credo. Mangiare significa fare parte di un ciclo sacro che collega tutto il nostro mondo, un ciclo che come pagani affrontiamo con rispetto e reverenza.

Divinità della cucina, del cibo e del focolare di casa ce ne sono molte e diverse (clicca qui per una lista di massima). Nel mondo greco e romano, la più importante di queste era Hestia/Vesta, tanto che nessun banchetto e nessun sacrificio veniva effettuato senza che la prima e l'ultima preghiera fossero dedicate a lei.

Si può scrivere una breve preghiera alla divinità a cui si sceglie di dedicare il pasto e la sua preparazione, oppure anche - se ne si ha la possibilità - tenere da parte un boccone e bruciarlo come offerta1, o lasciarlo all'aperto per permettere a qualche creatura affamata di nutrirsi.

Un link utile - in inglese - di preghiere sui pasti è questo: Mealtime Prayers for Pagan Families
Se invece volete approfondire l'argomento, vi consiglio Eating Gods, Eating Us, da ui ho anche tratto la citazione di apertura.


I tabu alimentari
Dopo aver letto Totem e tabu per un esame, l'argomento non è stato più lo stesso per me. Perché evitare di mangiare un determinato genere di cibo? A parte per le questioni di igiene e manutenzione - come il maiale nei paesi arabi - perché fare questa scelta?
La maggior parte dei miei amici che hanno un tabu di questo genere lo manifestano sopratutto nei riguardi di qualche animale bello o decisamente coccoloso, come i cavalli e i conigli; allo stesso modo, in Italia ci si scandalizza quando si parla dell'abitudine di mangiare i gatti durante i periodi di carestia, o del fatto che in Cina si mangino i cani...le cavallette vanno bene, ma per carità, i cani no! E potrei andare avanti all'infinito...la diversità culturale ha creato nei millenni differenti modi di pensare al riguardo.
E la diversità religiosa c'entra molto in questo...anche se, ad esempio, non so quanti cristiani si ricordino di non mangiare carne il venerdì.
Per i pagani, quali tabu alimentari esistono?
Come al solito, nessuno di prescritto. Di norma è la persona a decidere se e come rinunciare ad un cibo e sopratutto il perché.
Una delle ragioni può essere il fatto di avere un animale totem: spesso con questo genere di animali si instaura un forte legame e si fa la scelta di non mangiarne; ad esempio io per abitudine di vecchia data non mangio il cinghiale...e fortuna che la carne di lontra in giro non si trova, o dovrei rinunciare anche a quella.

Avete dei tabu alimentari? Se sì, quali sono?


Note
1 - quando ho ritrovato questa usanza nel libro Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo - Il ladro di fulmini mi sono commossa come una bambina...